Installazione di pompe di calore anche in presenza di vincoli monumentali e archeologici
Chiesa di San Domenico
L’inizio della costruzione della Chiesa di San Domenico a Bitonto (Bari) risale al 1258, quando il vescovo Gerio Pancrazio decise di fondare un convento del suo ordine religioso. I lavori hanno una durata molto lunga e con il passare dei secoli la costruzione subisce diversi adattamenti e cambiamenti.
La Chiesa è caratterizzata da una facciata appartenente a due periodi costruttivi diversi: una parte bassa, con un portale in stile romanico, e una parte alta su cui si aprono due finestre barocche. All’interno, caratterizzato da un impianto a croce latina di circa 40 metri per 20 metri di transetto, troviamo un altare basilicale risalente al 1388, diversi stemmi visibili nella parte superiore della facciata (due angioini, di Carlo III di Durazzo e di Giovanna I, uno familiare probabilmente appartenente al frate fondatore del convento, e quello civico di Bitonto).La navata è tripartita con pilastri ad arco e ha un’altezza di circa 14 metri, i muri, le cupole, il presbiterio e il transetto sono interamente decorati con stucchi e motivi floreali.
In età barocca viene ornata di stucchi e abbellita con il prezioso pulpito, mentre sono degni di menzione anche il monumento sepolcrale del 1485di Petruccio Bove (un nobile bitontino), le tele settecentesche ele due cappelle, la cappella dei Misteri, dove sono collocate statue realizzate nel XVII secolo, e la cappella dedicata a San Domenico in Soriano,decorata e scolpita riccamente secondo il gusto barocco.Il valore artistico delle due cappelle presenti nella chiesa, fanno della chiesa uno degli esempi più importanti del barocco pugliese, al di fuori del contesto salentino.
Nella chiesa sono conservati i simulacri di San Domenico, San Vincenzo, della Madonna del Rosario, di Sant’Antonio da Padova, di San Rocco e le statue dei Misteri, nell’omonima cappella.
Nel 1809 la Chiesa viene affidata alla confraternita del Santissimo Rosario, mentre il convento fu adibito ad uso civile come sede comunale fino al 1934.
La chiesa è stata oggetto di un intervento di riqualificazione che è durato 4 anni, e ha interessato tutta la struttura della chiesa, dai decori della cappella alla sostituzione del pavimento e l’installazione di un impianto di riscaldamento.
L’intervento ha interessato le strutture fondali e le coperture della Chiesa: concepito già nel 2010, e finanziato in parte con fondi della Conferenza Episcopale Italiana ed in parte con fondi propri delle Confraternite che hanno sede nella chiesa, l’intervento è stato realizzato nel 2013 fintanto che sono state ottenute tutte le necessarie autorizzazioni prima dalla Soprintendenza ai beni Architettonici di Bari e poi dalla Soprintendenza Archeologica per la Puglia.
La natura principale dei problemi era correlata all'umidità da infiltrazioni di acqua piovana dalle coperture o da muri perimetrali esterni insidiati dallo sgretolamento delle malte e dalle infiltrazioni di erbacce spontanee. Lo stato degenerativo dei paramenti murari, dei nuclei e delle malte costituenti le parti strutturali più esposte trovava la sua ragion d’essere essenzialmente nella cattiva e disordinata fattura di parti delle tessiture dei paramenti murari e nella mancanza di manutenzione delle stesse strutture.
L'impianto è estremamente semplice e funzionale. Considerando i vincoli architettonici esistenti sul fabbricato, ritengo che si tratti della soluzione migliore per l'uso al quale è destinato, per la zona urbana nel quale è situato e anche per facilitare la gestione da parte della Parrocchia proprietaria.
Ing. Domenico Scelsi – Progettista
Una parte dei lavoro ha quindi riguardato la realizzazione di un impianto di riscaldamento della navata mediante impianto radiante a pavimento alimentato da una pompa di calore ad assorbimento a gas ROBUR GAHP-A posizionata su un terrazzo dei locali parrocchiali.
Gli importanti interventi previsti sulle fondazioni interne (duranti i quali sono state rinvenute 8 ampie camere sepolcrali a volta, anticamente utilizzate dai frati domenicani dell’adiacente convento per la sepoltura dei confratelli defunti) hanno quindi dato l’opportunità di procedere con l’installazione dell’impianto di riscaldamento, per migliorare il comfort dei fedeli e anche per poter meglio controllare il microclima interno e fornire un ulteriore elemento di difesa contro fenomeni di umidità residua. Il periodo di funzionamento previsto per tale impianto e tipico per questa zona climatica è di 187 giorni all'anno.
La pompa di calore ad assorbimento a gas, grazie allo specifico ciclo termodinamico dell’ammoniaca che sottrae calore all’aria circostante e lo fornisce all'acqua, produce acqua calda a bassa temperatura perfettamente idonea per alimentare i pannelli radianti sottopavimento, una delle tipologie più usate nelle chiese con un significativo valore monumentale.
Tale macchina, con un consumo estremamente limitato di gas metano e uno altrettanto contenuto di energia elettrica consente con un ingombro minimo all'aperto di produrre energia utile termica con un rendimento superiore al 147%, abbattendo in maniera sensibile i costi di gestione dell’impianto stesso e quindi i consumi energetici e la spesa per il riscaldamento.
Il principale vantaggio dell’impianto installato consiste nell’aver utilizzato una macchina ad altissimo rendimento che non è andata a gravare sulla gestione economica della parrocchia.
Alcune ulteriori caratteristiche dell’impianto:
- l’impianto consente con ridotta inerzia il raggiungimento di una condizione di benessere localizzato nel volume occupato dagli utenti, per le condizioni in cui gli utenti si trovano (stiamo parlando di persone ferme, presumibilmente in completo abbigliamento invernale); l’accensione è quindi limitata al solo periodo di utilizzo della struttura (durata dei riti sacri, attività collegate, etc.).
- L’impianto evita il riscaldamento di volumi inutili di aria (nello specifico la parte alta della navata) proprio per il rapido raggiungimento del regime di benessere e il breve tempo di accensione.
L’alimentazione delle due zone viene regolata su due livelli:
- con un orologio programmatore: che consente l’accensione automatica della macchina in tempo utile e per il giusto intervallo di tempo necessario a portare la chiesa in condizione di benessere climatico in corrispondenza delle funzioni liturgiche giornaliere;
- manualmente operando su elettrovalvole poste sul collettore principale in cui arriva il fluido caldo prodotto dalla macchina ad assorbimento.
Con tale disposizione estremamente semplice è possibile accendere separatamente le due zone, a seconda dell’affollamento specifico di ogni singola cerimonia liturgica, riducendo ulteriormente i costi di gestione, e tutto senza alterare il rendimento della pompa di calore ad assorbimento a gas che, lavorando su un ciclo termodinamico, non è influenzata nel suo rendimento dal fattore di carico all’utilizzatore (come invece succede per le macchine a pompa di calore tradizionali o, ancora peggio, per le caldaie a combustione).
Queste macchine ad assorbimento sono estremamente silenziose, di conseguenza non arrecano alcun disturbo alle abitazioni circostanti, e non necessitano di canna fumaria, un altro elemento che avrebbe inciso pesantemente sull'immagine del contesto.
Infine l’estrema versatilità del sistema di riscaldamento a pannelli radianti sottopavimento e pompa di calore ad assorbimento a gas ha consentito una installazione termodinamicamente efficace anche in presenza di vincoli monumentali (non visibilità dall’esterno della macchina di riscaldamento e dei relativi scariche fumari), di vincoli archeologici (compresenza con strutture ipogee antiche di grande rilevanza da preservare rendere ancora accessibili per ulteriori successive indagini monumentali) e vincoli strutturali (necessità comunque di conformare situazioni statiche di miglioramento del comportamento sismico globale di una struttura complessa a muratura portante in contesto i vincolo monumentale).
Particolarmente qualificante è stata la scelta della pompa di calore ad assorbimento a gas ROBUR che ha consentito di avere:
- la potenza necessaria con un ingombro molto contenuto;
- la possibilità di installazione con sistemi di evacuazione fumi assolutamente non invasivi;
- rese termodinamiche estremamente interessati con conseguente contenimento dei costi di conduzione e manutenzione dell’impianto;
- una potenza elettrica contenuta (impegno elettrico inferiore a 1 kW a fronte di 38 kW termici) e con alimentazione 230 V monofase;
- possibilità di gestione anche molto parzializzate, ma sempre con rendimenti estremamente competitivi;
- soluzioni impiantistiche estremamente semplici e quindi di assoluta affidabilità e facilità di manutenzione ordinaria e straordinaria.