Tre dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Unione Europea riguardano l'economia circolare, la riduzione dei consumi e la decarbonizzazione, tre ambiti su cui l'intero continente dovrà lavorare contemporaneamente affinché la transizione energetica diventi realtà.
Il tema della transizione energetica è oggi centrale in Italia, in Europa e nel mondo, tanto a livello di dibattito politico quanto a livello di scelte del settore produttivo ed economico.
Risparmiare risorse, materie prime ed energia è fondamentale per permettere al continente europeo di raggiungere il traguardo della neutralità climatica entro il 2030, previsto dal “Green Deal Europeo”, e non è un caso che ben tre dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile dell’UE riguardino proprio i temi del risparmio energetico e della sostenibilità. Si tratta in particolare di:
Il conseguimento di ognuno di questi obiettivi dipende dall’attuazione di politiche differenti, anche se tutte tra loro interconnesse: in particolare, l’obiettivo 7 richiede di mettere in campo interventi finalizzati ad aumentare la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili, l’obiettivo 12 di promuovere modelli di economia circolare, in cui la produzione viene portata avanti prestando attenzione alla sostenibilità e alla riduzione degli sprechi e in cui i prodotti non vengono semplicemente gettati via al termine del loro ciclo di vita, ma avviati a circuiti di riparazione, riuso e riciclo, mente l’obiettivo 13 mette al centro la necessità di agire in direzione della decarbonizzazione, per ridurre la quantità di anidride carbonica emessa in atmosfera e frenare quindi il processo di surriscaldamento del pianeta.
Una vera transizione energetica può essere ottenuta solo agendo simultaneamente in queste tre direzioni, modificando le nostre modalità di gestione dell’energia e riducendo gli sprechi, ripensando in maniera radicale il modo in cui vengono progettati, costruiti e distribuiti i prodotti industriali e riducendo drasticamente l’utilizzo di fonti fossili a favore di fonti di energia green, come le rinnovabili e l’idrogeno verde. Tutti questi cambiamenti devono riguardare il mondo dell’industria, dei trasporti, dell’agricoltura, ma anche quello dell’edilizia e della gestione dell’energia, e coinvolgono quindi tutte le componenti della società, a partire dai singoli cittadini.
Il tema del risparmio di risorse energetiche coinvolge in modo diretto il mondo dell’edilizia. Si stima infatti che circa il 75% degli edifici europei sia inefficiente dal punto di vista energetico, e che quindi un’importante quota dell’energia impiegata per riscaldare e rendere confortevoli gli immobili europei venga utilizzata in modo non ottimale, con ovvie conseguenze sia in termini di spreco di risorse, sia di aumento delle emissioni di CO2 (scopri come le pompe di calore ad assorbimento a gas Robur GAHP permettono di risparmiare contemporaneamente su emissioni di anidride carbonica, consumo di energia e costi di gestione). Per questa ragione l’UE e l’Italia incentivano gli interventi di ristrutturazione degli edifici pubblici e privati, calcolando che un intervento massiccio in questo senso potrebbe ridurre i consumi energetici complessivi europei di oltre il 5%.
Altrettanto importante è sforzarsi di scegliere soluzioni costruttive, prodotti e materiali efficienti dal punto di vista energetico quando si progettano edifici di nuova costruzione: a questo proposito, basti pensare che il consumo medio di un edificio costruito oggi è ridotto della metà rispetto a quello di un edificio costruito negli anni Ottanta: ciò significa che le tecnologie oggi a nostra disposizione ci consentono di ridurre in modo tangibile gli sprechi energetici, ma che è importante continuare a ricercare soluzioni costruttive che garantiscano performance ancora migliori, e incentivare i consumatori a orientarsi verso prodotti che consentano un concreto risparmio di energia.
Ridurre gli sprechi energetici è certamente fondamentale, ma altrettanto importante è concentrarsi sulla ricerca di fonti energetiche di nuova generazione, in grado di renderci sempre meno dipendenti dall’utilizzo di fonti fossili e, allo stesso tempo, di ridurre le emissioni in atmosfera di anidride carbonica e gas climalteranti.
Un importante contributo in questo senso può arrivare dal ricorso all’idrogeno verde (detto anche “idrogeno pulito” o “idrogeno rinnovabile”). Questo gas si rivela una fonte energetica ideale per agire concretamente in direzione della decarbonizzazione, dal momento che il suo consumo non produce emissioni di CO2. Le tecnologie oggi a nostra disposizione ci permettono di ottenere idrogeno verde attraverso processi sicuri, semplici e completamente neutri dal punto di vista dell’emissione di gas climalteranti, ed è per questa ragione che l’Unione Europea, tramite il piano REPowerEU, ha recentemente stabilito di finanziare un piano di interventi finalizzati proprio a incentivare l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile, sottolineando che questo gas può dare un significativo contributo alla riduzione dell’impatto ambientale di alcuni settori produttivi particolarmente inquinanti, come l’industria pesante o i trasporti.
Anche l’Italia si sta muovendo in questa direzione e ha recentemente avviato progetti finalizzati a espandere il mercato dell’idrogeno; l’obiettivo è quello di rendere l’idrogeno verde sempre più disponibile e accessibile, per aumentare la quota di energia green utilizzata nel mix energetico nazionale e rendere il nostro Paese sempre meno dipendente dalle forniture di gas naturale proveniente dall’estero.
Già oggi esistono soluzioni che contribuiscono agli obiettivi energetici e climatici dell’UE in termini di riduzione delle emissioni di CO2, del fabbisogno di energia primaria e di conseguente risparmio economico: sono le TDHP (Thermally Driven Heat Pumps), le pompe di calore azionate termicamente; l’adozione di questa tecnologia, congiuntamente allo sviluppo della produzione e distribuzione di gas rinnovabili, può essere un fattore chiave nel processo di decarbonizzazione.