Le prestazioni delle pompe di calore: i valori nominali hanno ancora senso alla luce delle nascenti normative?
E’ possibile ritenere ancora sufficiente un unico dato di resa nominale delle apparecchiature in pompa di calore? In passato sicuramente si, ma oggi? Cosa sta cambiando?
Le ormai obsolete norme tecniche UNI 10348, prevedevano un sistema di stima stagionale e mensile del COP (coefficient of performance - coefficiente di prestazione) basato su un'unica formula valevole per tutte le tecnologie possibili (pompe di calore elettriche, ad assorbimento, a motore endotermico, ad espansione diretta) per l’applicazione della quale i costruttori dovevano fornire unicamente un solo dato di prestazione, specificando la temperatura della sorgente fredda (aria esterna, o acqua di ritorno all'evaporatore).
Addirittura non serviva indicare la temperatura di mandata all'impianto di riscaldamento!
Tutto ciò poteva andar bene per il passato, quando le pompe di calore, se previste, erano utilizzate negli impianti dotati di pannelli radianti alimentati a bassa temperatura, e soprattutto per temperature dell'aria particolarmente favorevoli. Fuori da questo campo di utilizzo, la formula proposta dalla UNI 10348 presenta evidenti lacune.
I tempi sono però cambiati!
Lo sviluppo tecnologico e l’introduzione delle pompe di calore ad assorbimento ha allargato il campo di impiego. Ora anche gli impianti ad alta temperatura, dotati di ventilconvettori e/o di radiatori tradizionali possono essere serviti da pompe di calore. Inoltre l’attuale assetto legislativo incomincia a favorire l’adozione di tali sistemi.
L’UNI e il CTI hanno reso disponibile la specifica tecnica UNI/TS 11300-4 la quale ha sostituito la vecchia UNI 10348. Il dato nominale delle macchine è diventato praticamente insufficiente ai fini della verifica energetica del comportamento delle pompe di calore e tutti i costruttori dovranno impegnarsi a fornire un'ampia gamma di dati relativi alle proprie apparecchiature.
La UNI/TS 11300-4 chiede infatti di dichiarare il COP o il GUE (Gas Utilization Efficiency - Efficienza di utilizzo del gas) almeno per tre temperature di mandata all'impianto (35, 45 e 55 °C) e per quattro temperature della sorgente fredda (-7, 2, 7 e 12°C per le apparecchiature aerotermiche).
Ciò in quanto le apparecchiature non lavorano sempre alla condizione nominale, ma per la stragrande maggior parte del tempo in condizioni diverse, quindi con prestazioni diverse.
Ogni azienda del settore ha poi convenienza a dichiarare le prestazioni al maggior numero di condizioni di esercizio possibile, come alcune aziende già fanno da molto tempo, precorrendo le imposizioni normative.
Il COP nominale, in passato ampiamente utilizzato con molta superficialità per confrontare le diverse apparecchiature disponibili, oggigiorno è un dato di poco significato ai fini di una verifica energetica o anche solo per una prima valutazione di fattibilità degli impianti.