Presentati i risultati finali di uno dei più importanti progetti di ricerca finanziati dalla Comunità Europea per lo sviluppo di una soluzione di riscaldamento a gas in grado di contribuire in modo significativo all’utilizzo di energie rinnovabili e all’uso razionale dell’energia nel settore residenziale esistente.
L’attività di ricerca, iniziata a fine 2011, giunge alle conclusioni attese e la tecnologia GAHP conferma le aspettative e riceve l’apprezzamento dell’Europa. I numeri parlano chiaro.
Innovazione e tecnologia. E’ questo il binomio vincente di Heat4U, uno dei più importanti progetti di ricerca internazionali sul fronte dei cambiamenti climatici e dell’efficienza energetica, partito l’1 novembre 2011 ed entrato a far parte del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico (FP7) della Comunità Europea.
14 sono state le società coinvolte, alcune tra le più importanti realtà europee appartenenti ai settori energetico, industriale e ricerca: le italiane Robur -coordinatrice del progetto-, Pininfarina, ENEA, Politecnico di Milano, D’Appolonia e CF Consulting; le tedesche Bosch, E.ON e il centro di ricerca Fraunhofer Institute for Solar Energy; le francesi GDF Suez e GrDF. Completano il gruppo l’inglese British Gas, la polacca Flowair e la slovena ZAG.
L’investimento complessivo è stato di circa 10 milioni di Euro nei 36 mesi di durata del progetto con l’impegno di oltre 800 persone/mese corrispondenti a 25 professionisti impiegati a tempo pieno per 3 anni.
La sfida del progetto era di applicare la tecnologia GAHP (Gas Absorption Heat Pump, pompa di calore ad assorbimento a metano) - attualmente già utilizzata nel settore light-commercial e industriale - anche agli edifici residenziali mono- e bifamigliari esistenti.
Gli ambiziosi obiettivi sono stati ampiamente raggiunti e commentati oggi con apprezzamento del Dott. Paul Lemmens - incaricato dalla Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione - e dal Prof. Samuele Furfari - Policy Coordinator della Commissione Europea DG Energia e Trasporti - che hanno partecipato, insieme a tutti i partner del Consorzio, al meeting di chiusura del progetto presso la sede di Robur di Bergamo.
I risultati finali del progetto hanno confermato che la pompa di calore a metano GAHP è una soluzione qualificata, ad alto valore aggiunto e già in linea con i nuovi e futuri standard per l’uso razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili, pienamente compatibile con le reti di distribuzione esistenti. Così tramite la tecnologia GAHP il metano diventa il “fattore abilitante dell’efficienza e dell’energia rinnovabile”.
Il Presidente di Robur Benito Guerra e il coordinatore del progetto Luigi Tischer hanno illustrato le tappe e i principali risultati del lavoro. “La ricerca ha evidenziato che la fetta di mercato a cui questa tecnologia è immediatamente applicabile non è certo una nicchia. Questa soluzione migliora drasticamente l’efficienza energetica della gran parte degli edifici esistenti a livello europeo.” - ha commentato Tischer.
Dopo che gli studi di mercato hanno quindi identificato e confermato le caratteristiche della pompa di calore GAHP e il suo ampio potenziale di mercato, sono stati realizzati i prototipi con i relativi sistemi di controllo. Gli stessi sono stati testati e validati presso i due nuovi centri di eccellenza realizzati nell’ambito del progetto: ReLAB del Politecnico di Milano e il laboratorio del Fraunhofer Institut di Friburgo.
La tecnologia è stata successivamente anche testata in una serie di installazioni reali in edifici residenziali monofamiliari in Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Polonia. Gli esiti dei test parlano chiaro: la pompa di calore GAHP è in grado di aumentare di oltre il 35% l’efficienza energetica degli edifici rispetto alle migliori caldaie a condensazione tramite l’utilizzo di energia rinnovabile, con i conseguenti benefici economici e ambientali.
Ogni pompa di calore GAHP applicata al residenziale annualmente porterebbe ad un risparmio di 1,20 Tonnellate Equivalenti di Petrolio ed eviterebbe l'emissione di 3 Tonnellate di CO2: come aver messo a dimora 430 alberi. Utilizzando questa tecnologia ogni famiglia potrebbe neutralizzare le emissioni di CO2 emesse dalla propria automobile.
Se la tecnologia sostituisse l’1% delle caldaie vendute annualmente in Europa, in un mese il risparmio economico ottenuto supererebbe il finanziamento complessivo dellla Commissione Europea per progetto Heat4U.
E l’interesse per la tecnologia sta continuando a crescere in tutta Europa. Solo per citare due esempi: l'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) ha di recente creato un gruppo di lavoro con professionisti internazionali dedicati per studiare e sostenere lo sviluppo di questa soluzione, che ha anche già ricevuto pubblici apprezzamenti da diversi governi.
Benito Guerra in chiusura dell’incontro ha ricordato che l’intuizione originaria alla base di questa tecnologia fu il brevetto derivato dagli studi condotti da Einstein negli anni tra il 1927 e il 1930. Brevetto che ha ispirato in Robur la ricerca, lo sviluppo e la produzione di questa tecnologia negli anni ’90 e che oggi, nella taglia dedicata al settore light-commercial, è già installata con successo in oltre 10.000 unità in tutto il mondo. Guerra ha infine salutato i partecipanti confermando la sua convinzione “Possiamo costruire insieme una storia la cui trama parla non solo di business, ma anche di visione etica del lavoro e di responsabilità sociale a beneficio dell’intera collettività. Sono convinto che questo progetto sia stato una tappa determinante per aprire la strada a questa straordinaria innovazione anche nel settore residenziale”.