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Zone climatiche E e F: riscaldamento efficiente con le pompe di calore a gas nei climi più rigidi
Il contesto climatico in cui si trova un edificio gioca un ruolo fondamentale nella scelta del sistema di riscaldamento più adatto. In Italia, il territorio è suddiviso in sei zone climatiche, classificate in base ai "gradi giorno" (GG), un parametro che misura quante volte la temperatura media di un comune scende sotto i 20°C.
Tra queste, la zona E comprende molti comuni italiani caratterizzati da inverni lunghi e rigidi, dove un sistema di riscaldamento efficiente non è solo consigliato, ma indispensabile per garantire comfort e ottimizzare i consumi energetici. La situazione diventa ancora più critica nella zona F, la fascia climatica più estrema, dove le temperature scendono spesso sotto lo zero e il riscaldamento può rimanere acceso senza limitazioni orarie.
Le normative stabiliscono periodi e orari di accensione degli impianti proprio per limitare sprechi e ridurre l'impatto ambientale. Uno studio dell’Università di Pisa ha dimostrato che le pompe di calore ad assorbimento sono altamente efficienti anche in questi climi freddi, a condizione che vengano correttamente dimensionate in base alle caratteristiche dell’edificio e al contesto climatico.
In particolare, le pompe di calore a gas si distinguono per la loro affidabilità nei climi più rigidi, offrendo un riscaldamento costante ed efficiente anche nei periodi più freddi dell'anno. Grazie alla loro tecnologia avanzata, sono in grado di mantenere alte prestazioni in zone climatiche E e F, dove il riscaldamento è necessario per molte ore al giorno. Optare per questa soluzione significa assicurarsi un impianto efficiente, riducendo i consumi energetici e garantendo un comfort ottimale anche nelle condizioni più difficili.
- Zone climatiche: cosa sono e come sono state individuate
- L’efficienza delle pompe di calore in zone climatiche fredde
Non è un segreto che il contesto in cui si trova un edificio sia uno degli elementi che influenzano in modo determinante la scelta del sistema di riscaldamento più adatto per riscaldarlo in modo efficiente e conveniente dal punto di vista economico e della sostenibilità.
Per questo, uno dei parametri di cui tenere conto quando si progetta e si dimensiona un impianto di riscaldamento è proprio la zona climatica in cui si trova l’edificio da riscaldare: ecco come questo parametro viene individuato, e in che modo influenza la scelta del sistema di riscaldamento più adatto.
Zone climatiche: cosa sono e come sono state individuate
In Italia esistono sei differenti zone climatiche (dette anche fasce climatiche), e ogni comune italiano è stato assegnato a una di esse sulla base di un parametro particolare, ovvero il numero di “gradi giorno” (GG).
Ad esempio, la zona E, che comprende comuni con un numero di gradi giorno compreso tra 2101 e 3000, include città come Torino e Bergamo, dove le temperature invernali richiedono un riscaldamento prolungato per garantire il comfort abitativo. Ancora più estreme sono le condizioni della zona F, che interessa località montane come Cortina d’Ampezzo e Livigno, dove i gradi giorno superano i 3001 e il riscaldamento è indispensabile per gran parte dell’anno.
Tale numero è stato determinato misurando la temperatura esterna media del comune in ogni giorno dell’anno, valutando per quanti giorni tale temperatura è risultata inferiore ai 20°C (valore scelto convenzionalmente come “ideale” per garantire il massimo comfort), e di quanto il valore si è discostato da questa soglia.
Tramite un calcolo piuttosto complesso, a partire da questi dati oggettivi è stato possibile determinare il numero di gradi giorno di ogni comune. Questo sistema di classificazione è più raffinato rispetto ad altri metodi, e permette di tenere conto delle effettive condizioni climatiche dei diversi comuni italiani: nel nostro Paese è infatti frequente che comuni confinanti presentino temperature medie molto diverse, per effetto delle variazioni di altitudine, quindi un sistema di valutazione basato solo sulla prossimità geografica non sarebbe risultato altrettanto preciso e attendibile.
Le zone climatiche italiane sono così definite:
- Zona A: gradi giorno da 0 a 600
- Zona B: gradi giorno da 601 a 900
- Zona C: gradi giorno da 901 a 1400
- Zona D: gradi giorno da 1401 a 2100
- Zona E: gradi giorno da 2101 a 3000
- Zona F: gradi giorno superiori a 3001
È importante sottolineare che le sei zone climatiche non suddividono il territorio in parti uguali: in Italia ci sono circa ottomila comuni, ma solo due di loro (entrambi in provincia di Agrigento) si collocano in zona A. L’85% dei comuni italiani risulta invece inserito nelle tre fasce climatiche più fredde (D, E ed F), e la zona E è in assoluto quella con la consistenza numerica maggiore (ricadono in questa fascia 4.222 comuni italiani, più della metà del totale). L’elenco ufficiale dei comuni italiani, con l’indicazione dei relativi gradi giorno, è inserito nel DPR 412/1993, Allegato A, e permette di verificare facilmente in quale fascia climatica si trova il proprio comune di residenza.
La suddivisione del territorio nelle diverse fasce climatiche comporta alcune conseguenze molto concrete e, in particolare, incide sulle leggi che regolano i periodi e gli orari di accensione dei sistemi di riscaldamento, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e minimizzare l’impatto ambientale. In zona A, ad esempio, il riscaldamento può essere acceso solo dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di 6 ore al giorno. I periodi e gli orari si allungano progressivamente nelle varie fasce climatiche fino a consentire, per la zona E, l’accensione del riscaldamento dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno. Per la zona F, quella con le temperature più rigide in assoluto, non sono invece previste restrizioni di nessun tipo, e i sistemi di riscaldamento si possono utilizzare tutto l’anno.
La zona F riscaldamento, invece, rappresenta un’eccezione: qui non esistono restrizioni sui periodi e sugli orari di accensione, poiché il clima estremamente rigido richiede l’utilizzo del riscaldamento per la maggior parte dell’anno. Questa caratteristica rende essenziale la scelta di sistemi di riscaldamento altamente efficienti e performanti, in grado di garantire comfort e consumi ottimizzati anche nelle condizioni più estreme.
L’efficienza delle pompe di calore in zone climatiche fredde
Quando si valuta la possibilità di installare una pompa di calore per il riscaldamento di un edificio, una delle principali preoccupazioni riguarda l’effettiva efficienza di questo sistema di riscaldamento anche in contesti di clima freddo, quindi a servizio di edifici che si trovano in zona climatica E o F.
Questa preoccupazione non ha in realtà ragione di esistere, se si utilizzano i giusti strumenti e le giuste apparecchiature di riscaldamento, come è stato dimostrato dallo studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DE.S.TE.C.) dell’Università di Pisa. Lo studio ha messo a confronto le performance di vari sistemi di riscaldamento installati in diverse tipologie di edificio, collocati in differenti zone climatiche, e i suoi risultati testimoniano che le pompe di calore ad assorbimento garantiscono in ogni caso significativi vantaggi in termini di risparmio economico, riduzione dei consumi e limitazione delle emissioni di CO2. Lo studio, in particolare, fornisce dati molto dettagliati relativi agli edifici collocati nella zona climatica E che, come abbiamo visto, è quella in cui rientra la maggior parte dei comuni italiani. Nello studio viene anche evidenziato che anche in queste zone, le pompe di calore ad assorbimento soddisfano il fabbisogno energetico dell’edificio anche in termini di temperatura di mandata dell’acqua calda, utile a fornire calore agli edifici attraverso i comuni termosifoni (radiatori).
Come progettare un sistema di riscaldamento per zona E o F
Per ottenere prestazioni ottimali, è essenziale considerare alcuni aspetti chiave nella progettazione del sistema.
Il primo passo è calcolare il fabbisogno termico dell’edificio, valutando le dispersioni di calore dovute all’isolamento, alla superficie e all’orientamento. Un parametro essenziale è il numero di gradi giorno (GG), che nelle zone E (2101-3000 GG) e F (oltre 3000 GG) indica l’entità della richiesta energetica durante l’anno.
La potenza dell’impianto deve essere adeguata alle reali esigenze: un sistema troppo piccolo rischia di non garantire un riscaldamento efficace, mentre uno sovradimensionato comporta costi inutili. In questo contesto, le pompe di calore a gas rappresentano una soluzione efficiente, perché mantengono alte prestazioni anche con temperature molto basse e riducono il consumo di energia primaria rispetto ad altre tecnologie.
Per ottimizzare i consumi e garantire il massimo rendimento, è fondamentale integrare un sistema di regolazione intelligente, come termostati programmabili e valvole termostatiche, oltre a eseguire una manutenzione periodica per preservare l’efficienza nel tempo.
Scegliere la giusta tecnologia e dimensionare correttamente l’impianto consente di affrontare senza problemi anche gli inverni più rigidi, migliorando il comfort abitativo e l’efficienza energetica negli edifici situati nelle zone climatiche E ed F.
Che ci si trovi in zona E o zona F, la scelta di un sistema di riscaldamento efficiente è essenziale per affrontare gli inverni più rigidi senza sprechi energetici. Le pompe di calore a gas rappresentano una delle soluzioni più efficaci, poiché offrono prestazioni affidabili anche nei climi freddi, riducendo i consumi e garantendo un comfort costante. Con il giusto dimensionamento dell’impianto e una progettazione attenta, è possibile ottenere un riscaldamento efficiente e sostenibile, indipendentemente dalle temperature esterne.
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