Il contesto climatico in cui si trova un edificio influisce sulla scelta del sistema di riscaldamento più efficace. L'Italia è suddivisa in sei zone climatiche, determinate dal numero di "gradi giorno" (GG), che considera la frequenza con cui la temperatura esterna media di un comune è inferiore a 20°C. Queste zone regolamentano i periodi e gli orari di accensione dei sistemi di riscaldamento per ridurre sprechi ed impatto ambientale. Uno studio dell’Università di Pisa ha dimostrato che le pompe di calore ad assorbimento sono efficienti anche nelle zone climatiche fredde (E e F), purché siano correttamente dimensionate in base alle esigenze dell'edificio e del clima.
Non è un segreto che il contesto in cui si trova un edificio sia uno degli elementi che influenzano in modo determinante la scelta del sistema di riscaldamento più adatto per riscaldarlo in modo efficiente e conveniente dal punto di vista economico e della sostenibilità.
Per questo, uno dei parametri di cui tenere conto quando si progetta e si dimensiona un impianto di riscaldamento è proprio la zona climatica in cui si trova l’edificio da riscaldare: ecco come questo parametro viene individuato, e in che modo influenza la scelta del sistema di riscaldamento più adatto.
In Italia esistono sei differenti zone climatiche (dette anche fasce climatiche), e ogni comune italiano è stato assegnato a una di esse sulla base di un parametro particolare, ovvero il numero di “gradi giorno” (GG). Tale numero è stato determinato misurando la temperatura esterna media del comune in ogni giorno dell’anno, valutando per quanti giorni tale temperatura è risultata inferiore ai 20°C (valore scelto convenzionalmente come “ideale” per garantire il massimo comfort), e di quanto il valore si è discostato da questa soglia.
Tramite un calcolo piuttosto complesso, a partire da questi dati oggettivi è stato possibile determinare il numero di gradi giorno di ogni comune. Questo sistema di classificazione è più raffinato rispetto ad altri metodi, e permette di tenere conto delle effettive condizioni climatiche dei diversi comuni italiani: nel nostro Paese è infatti frequente che comuni confinanti presentino temperature medie molto diverse, per effetto delle variazioni di altitudine, quindi un sistema di valutazione basato solo sulla prossimità geografica non sarebbe risultato altrettanto preciso e attendibile.
Le zone climatiche italiane sono così definite:
È importante sottolineare che le sei zone climatiche non suddividono il territorio in parti uguali: in Italia ci sono circa ottomila comuni, ma solo due di loro (entrambi in provincia di Agrigento) si collocano in zona A. L’85% dei comuni italiani risulta invece inserito nelle tre fasce climatiche più fredde (D, E ed F), e la zona E è in assoluto quella con la consistenza numerica maggiore (ricadono in questa fascia 4.222 comuni italiani, più della metà del totale). L’elenco ufficiale dei comuni italiani, con l’indicazione dei relativi gradi giorno, è inserito nel DPR 412/1993, Allegato A, e permette di verificare facilmente in quale fascia climatica si trova il proprio comune di residenza.
La suddivisione del territorio nelle diverse fasce climatiche comporta alcune conseguenze molto concrete e, in particolare, incide sulle leggi che regolano i periodi e gli orari di accensione dei sistemi di riscaldamento, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e minimizzare l’impatto ambientale. In zona A, ad esempio, il riscaldamento può essere acceso solo dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di 6 ore al giorno. I periodi e gli orari si allungano progressivamente nelle varie fasce climatiche fino a consentire, per la zona E, l’accensione del riscaldamento dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno. Per la zona F, quella con le temperature più rigide in assoluto, non sono invece previste restrizioni di nessun tipo, e i sistemi di riscaldamento si possono utilizzare tutto l’anno.
Quando si valuta la possibilità di installare una pompa di calore per il riscaldamento di un edificio, una delle principali preoccupazioni riguarda l’effettiva efficienza di questo sistema di riscaldamento anche in contesti di clima freddo, quindi a servizio di edifici che si trovano in zona climatica E o F.
Questa preoccupazione non ha in realtà ragione di esistere, se si utilizzano i giusti strumenti e le giuste apparecchiature di riscaldamento, come è stato dimostrato dallo studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DE.S.TE.C.) dell’Università di Pisa. Lo studio ha messo a confronto le performance di vari sistemi di riscaldamento installati in diverse tipologie di edificio, collocati in differenti zone climatiche, e i suoi risultati testimoniano che le pompe di calore ad assorbimento garantiscono in ogni caso significativi vantaggi in termini di risparmio economico, riduzione dei consumi e limitazione delle emissioni di CO2. Lo studio, in particolare, fornisce dati molto dettagliati relativi agli edifici collocati nella zona climatica E che, come abbiamo visto, è quella in cui rientra la maggior parte dei comuni italiani. Nello studio viene anche evidenziato che anche in queste zone, le pompe di calore ad assorbimento soddisfano il fabbisogno energetico dell’edificio anche in termini di temperatura di mandata dell’acqua calda, utile a fornire calore agli edifici attraverso i comuni termosifoni (radiatori).
Per conoscere nel dettaglio i risultati dello studio DE.S.TE.C., scarica il documento completo. |
Le pompe di calore, quindi, sono una soluzione realmente efficiente anche per il riscaldamento di edifici che si trovano in zona climatica E o F: per ottenere performance all’altezza delle proprie aspettative è però fondamentale che la pompa di calore risulti correttamente dimensionata in rapporto alle caratteristiche dell’edificio, della zona climatica in cui si trova e del numero di abitanti della casa. Per questo è necessario calcolare in modo accurato la potenza dell’impianto, tenendo conto del fabbisogno termico, della temperatura esterna minima di progetto, ma anche dei gradi giorno del comune in cui l’edificio si trova (che influenzano anche, come abbiamo visto, il periodo e il numero di ore di accensione del riscaldamento consentiti). Questi elementi devono essere correttamente valutati e considerati in fase di progettazione, ma non rappresentano in nessun modo un ostacolo all’installazione di un sistema di riscaldamento con pompa di calore.